Hai mai sentito parlare dell’Empatia Digitale?
Per noi di #hygge non è un tema nuovo, e siamo in buona compagnia: anche la giornalista Assunta Corbo ne parla spesso. Tra l’altro nel suo libro (Titolo: Empatia Digitale).
E’ un linguaggio da usare sui Social Media. Il tono di voce …
Ma iniziamo da capo. Sarebbe bello se fossimo in tanti ad usare il linguaggio empatico, per il semplice motivo che chi legge i post, gli articoli e le newsletter online, sono proprio delle persone. Stiamo leggendo gli articoli sempre più dallo smartphone e sempre meno dai giornali di carta, e poi chi non è iscritto a un canale Social?
Con tutta questa comunicazione scritta da persone per le persone, la maniera in cui si offre l’informazione ai lettori, è quasi un obbligo entrare in sintonia con la persona che legge le tue parole. Tramite l’empatia tu riesci metterti nei panni della persona e riesci ad emozionare.
Nessuna comunicazione è così efficace come scriverla in modo emozionale. Riccardo Scandellari nel suo libro Dimmi chi sei ha affermato che, se tu lasci un’impressione ad una persona perché l’hai emozionata con quello che hai comunicato, sei riuscita/o a fare in modo che si ricorderà di te. Anche dopo giorni oppure settimane.
Quindi il mezzo giusto per attirare l’attenzione delle persone è l’Empatia Digitale. Che poi risulta come un mezzo … uno strumento che viene usato tra persone.
E mi viene in mente Raffaele Gaito che si è sfogato in un video dove dice: quando capiscono i marketer che non si parla con i numeri oppure BOT. Si parla invece con e di persone. Sono parole belle e sarebbe bello sentirle più spesso.
Un conto è parlare con un BOT per avere una risposta veloce da una grande assicurazione, diverso sarebbe avere un’informazione più tecnica da una persona. Un BOT non sarebbe nemmeno in grado darti le informazioni che cerchi.
Citiamo una frase da un articolo del giornale Il sole 24 ore:
“Ognuno di noi, sempre più spesso, interagisce con algoritmi dell’amicizia di varia natura: lo schema-base presentato da Sheldon (figura della TV serie: The Big Bang Theory) riprende “l’anima” di un chatbot, che può prendere le sembianze di un risponditore automatico, di un’app o di un più raffinato assistente di intelligenza artificiale, quali Google Duplex, Siri, Alexa, Cortana. Non solo: sempre di più le persone tendono alla comunicazione efficiente, allontanandosi dalla comunicazione empatica.”
Conclusione: E’ bello girare sulle piattaforme social e sapere che dietro ogni frase, commento oppure un semplice Like c’è una persona di carne, ossa e le sue emozioni.